Viti

Tutti i vini che produciamo stillano da quattro varietà di vite: Barbera, Dolcetto, Favorita e Nebbiolo. Con tutte impieghiamo tecniche tradizionali: forma di allevamento a controspalliera e sistema di potatura Guyot.

Le nostre viti hanno età diverse: alcune risalgono all’inizio degli anni ‘70, hanno raggiunto il vertice della qualità di produzione e al tempo stesso si avviano al declino del loro ciclo vitale.

Grappolo di uva in maturazione sulla pianta di vite
Disegno a mano libera di un tralcio di uva

Età

Le viti di Barbera, ad esempio, sono state piantate negli anni ‘90, quando hanno preso il posto di un frutteto che produceva deliziose pesche. Possiamo dire che stanno attraversando la loro piena maturità. Altre ancora, come quelle da cui produciamo il Langhe Nebbiolo, messe a dimora nel 2011 hanno tutto lo slancio della giovinezza, e richiedono qualche attenzione in più.

Schizzo a penna di uva e foglie di vite

Varietà

Coltiviamo tutte e tre le sottovarietà (o cultivar) di “Nebbiolo” da cui si può vinificare il Barolo: il “Nebbiolo Lampia”, il “Nebbiolo Michet”, il “Nebbiolo Rosé”. Distinzioni che non sono invenzioni dell’enologia contemporanea. Compaiono già citate prima della metà dell’Ottocento, nei primi studi che illustrano la locale tradizione di viticoltura.

Acini e foglie abbozzate a matita

Origine

La sottovarietà Rosé, in particolare, nasconde una curiosità, scoperta negli ultimi anni grazie al sequenziamento del genoma. Si tratterebbe in realtà di una varietà diversa dal Nebbiolo, nata da una pianta diversa, chiamata Chiavennaschino in Valtellina, che si presenta con ali corte, bacche più grandi e buccia più viola che blu. La foglia è più grande, l’uva è mediamente più vigorosa e meno sensibile alla siccità.

Macro di un campione di terreno argilloso proveniente dai vigneti Sorano
Macro di un campione di terreno sabbioso proveniente dai vigneti Sorano

Terreni

A Serralunga il suolo è fatto a strati: nella Formazione di Lequio si alternano marne argillose e sabbie silicee, con un alto tenore di calcare. Sono il risultato dei sedimenti depositati sul fondo di quello che, milioni di anni fa, era un mare poco profondo.

A Sinio invece, dove si trova la nostra vigna Autin, il suolo ha meno sabbia, è più argilloso, rosso e compatto di quello di Serralunga.

Clima

Il particolare angolo di Langhe in cui si trova Serralunga ha un clima temperato freddo subcontinentale.

La protezione che viene dalla vicinanza dell’arco alpino crea un clima abbastanza mite e la rende poco soggetta a fenomeni estremi. L’area è protetta dai venti ma influenzata sia dalle correnti alpine che dalle risalite di aria calda e umida dalla valle del Tanaro.

Non dobbiamo però generalizzare: la presenza di valli e colline a quote altimetriche diverse, così come le differenti esposizioni e ventosità, creano un’incredibile varietà di microclimi diversi.

Albero esposto al vento in cima a una collina ricoperta di viti
Nuvole grige e rosa sopra un cielo sereno e favorevole
Paesaggio delle Langhe UNESCO coltivato in maniera intensiva
Bosco naturale circondato da vigneti nel territorio delle Langhe piemontesi

Ecosistema

Ci piacerebbe dirti che, intorno ai nostri vigneti, ci sono tanti ambienti diversi. In realtà non è così, perché in un territorio di così alto prestigio enologico, la vite rischia di diventare monocultura.

C’è, per fortuna, qualche eccezione: ai piedi del nostro vigneto coltivato a Barbera si distende un tratto di bosco, la prosecuzione del Bosco dei desideri. La sua ombra e la sua umidità riescono ad ammorbidire le condizioni estreme che le viti affrontano in queste zone. Anche Autin è prossimo al bosco, ai noccioleti, a una biodiversità certamente più ricca di quella che troviamo a Serralunga.

Ci fanno compagnia nel lavoro quotidiano e popolano i nostri vigneti api, nottue, lucciole, volpi, caprioli e qualche raro cinghiale.

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In profondità

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